In Italia abbiamo tante realtà imprenditoriali di successo, qualcuno le avrà pure create e fatte crescere, nonostante gli intoppi della nostra burocrazia.

 

Siamo entusiasti di aiutare la prossima generazione di imprenditori italiani ad acquisire le competenze necessarie per avere successo”, parole del CEO della Apple, Tim Cook pronunciate a Palazzo Chigi davanti al nostro premier Matteo Renzi. Questo è quanto si legge in questi giorni sulle pagine dei quotidiani nazionali: in Italia dunque non ci sono sufficienti competenze imprenditoriali che consentano alle nostre aziende di avere successo.

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Parliamo della stessa Apple che qualche mese fa era ancora una volta sulle prime pagine dei nostri quotidiani per aver versato al Fisco Italiano 318 milioni di euro, un accordo raggiunto dopo aver eluso tasse per un totale di circa 900 milioni di euro.

Non vi nascondo che leggendo queste dichiarazioni, personalmente provo un pizzico di sconforto e al tempo stesso di indignazione. Accolto a Roma con tutti gli onori di un capo di Stato, Cook ha ammesso che l’Europa avrebbe bisogno di più Italia, della sua “meravigliosa aria di cambiamento, e di liberarsi della pesantezza e burocrazia che si respira a Bruxelles”. Per questo ha scelto di investire, in un momento di crisi acuta come questo, nel mercato europeo, aprendo nei prossimi mesi a Napoli un centro europeo di Sviluppatori App iOs, che darà lavoro a 600 persone. Visti i precedenti col Fisco ci domandiamo legittimamente se questo nuovo “Piano Marshall” non abbia tra gli effetti collaterali una qualche alterazione del regime di concorrenza o qualche privilegio di troppo. Questo al momento non ci è dato sapere.

Ma sulla lezione di impresa di Cook alle nuove leve di manager italiani, vorrei spendere qualche parola. Qui parlo da imprenditrice italiana, che con la sua realtà imprenditoriale ha creato posti di lavoro e si impegna ogni giorno a mettere in campo (quindi a trasferire sotto!!) quelle competenze che a detta di Tim Cook mancherebbero; che, grazie a quelle stesse competenze acquisite sul campo, anche sbagliando (e direi soprattutto!) ha scelto di continuare a investire nel nostro Paese, programmandoper il prossimo anno la creazione di un polo dell’innovazione, la Murgia Valley, nel quale trasferire ai giovani imprenditori quelle skills di cui parla oggi il CEO di Apple.

In Italia abbiamo tante realtà imprenditoriali di successo, qualcuno le avrà pure create e fatte crescere, nonostante tutte le difficoltà e le lungaggini della nostra burocrazia. Il che significa che quelle competenze fanno già parte del nostro patrimonio, e non abbiamo bisogno di un colosso americano che ci insegni a fare impresa. Sia chiaro, il fatto che la Apple decida di venire in Italia e aprire a Napoli un centro per lo sviluppo su dispositivi mobili è una grande notizia, è la conferma che in Italia ci sono le menti migliori, e piuttosto che farcele scappare, occorre tenersele strette. Si creeranno circa 600 nuovi posti di lavoro. Ecco, questa è la vera notizia, ci saranno 600 nuovi posti di lavoro.

In Italia dovremmo credere un po’ di più in noi stessi, e smetterla di riporre ogni speranza nei giganti dell’innovazione provenienti da oltre oceano. La percezione che si ha nel mondo del nostro “Made in Italy” è sinonimo di qualità: facciamo in modo che diventi anche sinonimo di innovazione. Spetta a noi come classe imprenditoriale di oggi formare gli imprenditori di domani, affinché crescano nella consapevolezza e la convinzione di essere i migliori. Questo è l’unico insegnamento d’oltre oceano che valga la pena di seguire. Per il resto, sia nella libertà economica e d’impresa, che nelle libertà individuali e diritti civili, anch’io mi sento di sostenere a gran voce un unico appello: #Svegliatitalia

Fonte: Blog EconomyUp

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