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Premio Gammadonna: Open Innovation in start up, grandi imprese e pmi, ma devono essere aperte anche le multinazionali

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Questa è una puntata speciale dedicata a due storie di donne imprenditrici che mettono in pratica l’Open innovation, grazie a idee che fanno fatturato e creano opportunità per i giovani, diventando così un antidoto alla cosiddetta fuga dei cervelli, dall’Italia e dal Sud. La prima storia è della vincitrice dell’ottava edizione del Premio GammaDonna, nato a Torino nel 2004 con l’obiettivo di individuare su scala nazionale esempi virtuosi e poco conosciuti di imprese innovative, condotte da donne e giovani.

Premi-Gammadonna2016

È Giulia Baccarin, 35 anni, ed è stata scelta dalla Giuria tra le sei finaliste che hanno aperto l’8° GammaForum Nazionale dell’Imprenditoria Femminile e Giovanile, svoltosi il 10 novembre nella sede milanese del Sole 24Ore, davanti a una platea di oltre 300 persone. Giulia Baccarin è alla guida di Mipu, un incubatore di startup tecnologiche che definisce “Social good accelerator”, perché investe solo in aziende che possono avere un impatto forte e positivo sulle comunità. MIPU si occupa della modellazione predittiva e dell’internet delle cose: ci spiega che cos’è e perchè è un modello di open innovation da valorizzare e replicare la stessa fondatrice, Giulia Baccarin.

I talenti come ha ribadito al GammaForum nel corso del collegamento dalla Florida, la scienziata Ilaria Capua – devono essere come i trolley: circolare, andare in giro per il mondo e contaminarlo con il proprio know-how”. Nella giuria che ha premiato Mipu tra sei finaliste c’era un’imprenditrice già premiata nell’edizione del 2013.

La seconda storia è dedicata a Mariarita Costanza, 43 anni, di Gravina in Puglia, mamma di una bimba di 10 anni e un bimbo di 6. Laureatasi nel 2001 in Ingegneria Elettronica presso il Politecnico di Bari, con il marito e socio in Macnil, Nicola Lavenuta, ha da subito deciso di affrontare una grande sfida: non emigrare, ma creare un’azienda di Information Technology in un territorio prettamente agricolo e lontano dai poli tecnologici del nord Italia. A giugno del 2014 la Macnil entra a far parte del Gruppo Zucchetti, grande azienda italiana di produzione software. Mariarita Costanza racconta come la sua azienda, cresciuta nel settore ICT, dell’Internet of Things, di Fleet Management e di Telemedicina, sia ancora nel cuore di Gravina in Puglia.

L’importanza della replicabilità dell’open innovation per i giovani e per le imprese spiegata da chi la fa. Ascolta qui la trasmissione su Radio24.

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Durante la progettazione della nuova sede è stata presa una decisione consapevole e importante per il futuro dell’azienda e dell’ambiente: abbiamo implementato un sistema di 1400 m2 di pannelli fotovoltaici. Una scelta ecosostenibile ci permette di raggiungere un buon livello di indipendenza energetica e di promuovere attivamente la sostenibilità ambientale. I pannelli fotovoltaici generano fino a 200kWp di energia pulita, riducendo le emissioni nocive e l’impatto ambientale.

Crediamo fortemente nell’equilibrio tra innovazione tecnologica e responsabilità ambientale, e per questo abbiamo scelto di essere un polo tecnologico all’avanguardia, impegnato nella ricerca di soluzioni sostenibili per un futuro migliore.

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